Dopo l’incontro tra Caritas Italiana, le Diocesi colpite e i delegati regionali, condivise e ribadite le linee degli interventi a sostegno delle comunità locali “Non un pacchetto già confezionato di interventi, ma restare in costante ascolto dei bisogni che man mano emergono per poter concordare interventi mirati, nella consapevolezza di un contesto in continuo mutamento”. Così don Francesco Soddu, direttore di Caritas  Italiana,  riassume  il  metodo  emerso  dall’incontro  con tutte  le  Caritas   diocesane   colpite   dal   terremoto –   Rieti,   Ascoli   Piceno,   Spoleto-Norcia, Macerata,  Fermo,  Camerino,  San  Benedetto  del  Tronto,  L’Aquila  e  Teramo  -,    i  Delegati  regionali  Caritas  ed  i  referenti  regionali  del  Coordinamento Emergenze delle quattro regioni ecclesiastiche coinvolte (Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo-Molise).

Oltre trenta i partecipanti all’incontro, tra direttori Caritas e operatori impegnati nella gestione dell’emergenza.  Erano  inoltre  presenti  l’Arcivescovo  di  Spoleto-Norcia  S.E.  Mons.  Renato  Boccardo  e  il  Vescovo  di  Ascoli  Piceno,  S.E.  Mons.  Giovanni  D’Ercole.  Anche il Vescovo di Rieti S.E. Mons. Domenico Pompili, che non ha potuto partecipare all’incontro,  ha  fatto  giungere  il  suo  ringraziamento  alle  Caritas  per  quanto  stanno  facendo.

La  presenza  e  la  prossimità  della  Chiesa  è  stata  infatti immediata,  in  primo  luogo  proprio attraverso  i  vescovi  ed  i  parroci  coinvolti,  che  fin  dal  primo  giorno  stanno  condividendo con le comunità l’evolversi della situazione.  La  Conferenza  Episcopale  Italiana,  ha  messo  a  disposizione un  primo  contributo  di  milione  di  euro dai  fondi  8xmille  per  far  fronte  alle  prime  urgenze  e  bisogni  essenziali  e  ha  invitato    “le  diocesi,  la  rete  delle  parrocchie,  degli  istituti  religiosi  e  delle  aggregazioni  laicali  […]  ad  alleviare  le  difficili  condizioni  in  cui  le  persone  sono  costrette  a  vivere”,  indicendo  subito  una  colletta  nazionale che  culminerà  nella  giornata  di  domenica   18   settembre,  in  concomitanza  con  il  26°  Congresso  Eucaristico Nazionale.

Le Caritas  diocesane  hanno  immediatamente  attivato  gruppi  operativi  di  supporto,  grazie  alle  Caritas  parrocchiali  ed  al  più  ampio  coinvolgimento  delle  realtà  diocesane  (associazioni, istituti religiosi, gruppi spontanei…) che stanno garantendo prossimità e conforto  alle  famiglie  delle  vittime  ed  una  assistenza  qualificata  agli  sfollati,  con  particolare attenzione alle situazioni di particolare fragilità (anziani, ammalati, minori, disabili…) e, territorialmente, alle frazioni ed alle piccole realtà lontane dai riflettori.

Da  tutta  Italia  sono  arrivate,  attraverso  la  rete  Caritas,  le  disponibilità  di  volontari,  beni e servizi che sono stati segnalati alle Caritas diocesane coinvolte, soprattutto per un  utilizzo  a  medio lungo  termine  nelle  forme  più  utili  rispetto  agli  effettivi  bisogni,  nella prospettiva di possibili gemellaggi di prossimità.

Una carità quotidianamente testimoniata senza clamore attraverso le tende montate, i pasti  distribuiti,  le  preghiere  insieme,  gli  incontri  nelle  “tende  Caritas”,  i  giochi  coi  bambini  e  il  sostegno  dato  agli  anziani,  il  denaro  offerto,  quanto  si  riuscirà  a  ricostruire.

L’intervento Caritas al momento riguarda l’attuale fase di emergenza e primo aiuto con il sostegno alla popolazione (generi alimentari, prodotti per l’igiene…), allestimento di tende comunitarie, sostegno ai parroci, attenzione alle fragilità (anziani, minori, malati…), supporto alle famiglie delle vittime.  Si  articolerà  poi  con  forme  di    accompagnamento  della  popolazione  fino  alla  chiusura  delle  tendopoli: presenza  nelle  tendopoli,  monitoraggio  delle  “tende  sparse”,  attività  di  ascolto,  animazione  delle  comunità,  segretariato  sociale,  rilevazione  dei  bisogni.  Inoltre  si  prevedono  interventi  di  sostegno  diretto  alle  famiglie  (contributi  economici  per particolari  esigenze,  acquisto  di  arredi,  suppellettili,  elettrodomestici  andati  distrutti)  ed  alle  piccole  realtà  economiche  a  carattere  familiare,  sia  per  microinterventi  di  ripristino di strutture e attrezzature andate distrutte che per l’acquisto (per allevatori e agricoltori) di sementi, concimi o alimenti per il bestiame.

Una scelta prioritaria, anche per gli interventi futuri, è quella di mettere al centro la comunità, cioè favorire da parte di tutti, a diversi livelli (comuni, parrocchie, scuole, agenzie  culturali  e  ricreative,  realtà  lavorative  ed  economiche  …)  l’attenzione  ai  problemi   dei   territori,   individuando   e   moltiplicando   le   azioni   di   informazione,   sensibilizzazione  e  animazione,  studiando  modalità  di  coinvolgimento  specifiche  e  mirate sui vari destinatari.

Va però anche  ricordato  che  una  delle  peculiarità  di  questo  sisma  è  quella  di  aver  causato un gran numero di vittime tra i non residenti, soprattutto turisti o persone con forti legami familiari in quei territori. Per questo motivo, si stanno attivando le Caritas diocesane  di  provenienza  delle  vittime  (soprattutto  quelle del  Lazio  e  delle  Marche)  per  garantire,  attraverso  le  parrocchie,  un  adeguato  supporto  alle  famiglie  delle  vittime, anche individuando azioni mirate. Una analoga attenzione sarà attivata con le famiglie di vittime straniere.