logo.caritasAnalisi, approfondimenti, scenari futuri nel Rapporto della Caritas Italiana consegnato al ministro Giuliano Poletti e disponibile on line su www.caritas.it

“Ripartire dalla povertà assoluta significa assumersi la responsabilità di indicare non  solo i fattori e le situazioni socio – economiche che più espongono ai rischi di una condizione di grave esclusione, ma anche indicare valutazioni fondate e prospettive  realizzabili di politiche pubbliche”. Così il direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu ha sottolineato l’importanza  del Rapporto  2014 “Il bilancio della crisi. Le politiche contro la povertà in Italia” presentato in una conferenza stampa il 18 luglio che ha visto intervenire anche Cristiano Gori, docente dell’Università Cattolica Sacro Cuore di  Milano e Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.

Dedicato alla valutazione delle politiche contro la povertà assoluta, il rapporto vuole  essere un contributo alla riflessione sulla efficacia delle forme istituzionali di contrasto alla povertà. L’ambizione di questo rapporto –  che si avvale di contributi e apporti di soggetti sociali diversi per tipologia e modalità di impegno – consiste nell’essere uno strumento aperto, pronto ad ampliare progressivamente il raggio della valutazione includendovi anche i modelli regionali in questo ambito, e nell’offrire un punto di vista che sappia cogliere in che misura siano realizzabili strategie di tipo nazionale, a partire dalle dotazioni infrastrutturali dei diversi territori. Quindi le attuali 131 pagine del Rapporto, disponibile on line su www.caritas.it,  sono destinate ad essere costantemente monitorate e aggiornate. Se si intende fare della lotta alla povertà una priorità politica, due sono gli scenari ipotizzati: la prosecuzione di un c.d. welfare all’italiana, oppure l’avvio di un Piano nazionale contro la povertà. La prima ipotesi consiste nel consolidamento delle modalità d’intervento già tipiche del sistema italiano di protezione sociale: vengono stanziati significativi finanziamenti  aggiuntivi e li si utilizza per un nuovo contributo economico, puro e semplice, dunque non affiancato da servizi alla persona. Non vengono, altresì, coinvolte le realtà del welfare locale. La scelta invece di un Piano nazionale contro la povertà comporterebbe l’introduzione progressiva del Reis – reddito di inclusione sociale, auspicato dall’Alleanza contro la povertà in Italia, alla quale Caritas Italiana aderisce – con un  percorso quadriennale. Sin dall’inizio viene definito il punto di arrivo (le caratteristiche del Reis a regime) e sono determinate le tappe intermedie (ampliamento dell’utenza in ogni annualità). Le sperimentazioni previste dal Governo Letta e l’eventuale decisione del Governo Renzi di estendere il bonus di 80euro alle famiglie in povertà  confluirebbero nel Piano.

“L’ambizione che nutriamo – ha concluso  don Soddu – è quella di inaugurare a partire da quest’anno un itinerario di analisi, approfondimento, studio e ricerca che permetta  di realizzare uno strumento di riflessione a cadenza annuale, limitato negli obiettivi, ma riteniamo potenzialmente prezioso in una fase del nostro paese segnato certamente dalla crisi e dalla crescita esponenziale del dato di povertà assoluta, ma anche dalla consapevolezza ormai diffusa che sia quanto mai necessario rubricare questo tema nell’agenda politica del paese”.

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http://www.caritas.it/pls/caritasitaliana/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=5159