“Di fronte  alle  sfide  e  alle  contraddizioni  del  nostro  tempo  –  ha  aggiunto  il  Santo  Padre  –  ecco  l’obiettivo principale del vostro essere e del vostro agire: essere stimolo e anima perché la comunità tutta cresca nella carità e sappia trovare strade sempre nuove per farsi vicina ai più poveri, capace di  leggere  e  affrontare  le  situazioni  che  opprimono  milioni  di  fratelli  –  in  Italia,  in  Europa,  nel  mondo”.

Ieri don Francesco Soddu,  direttore  di  Caritas  Italiana,  aveva  messo  a  fuoco  alcuni  orientamenti per un cammino comune, rilevando come, tra le tante piste di lavoro tracciate, dal ricco  confronto  di  Sacrofano  risalta  un’  indicazione  condivisa:  prenderci  cura  di  chi  si  prende cura.  “È una  forma  di  carità  indiretta,  nascosta,  che  non  si  vede,  né  si  vanta.  È la  nostra  prevalente  funzione  pedagogica.  È ciò che  ci  collega  idealmente  anche  con  il  nostro  Convegno  Nazionale di Montesilvano, alle periferie esistenziali da abitare con motivazione e passione, e con quello di Cagliari, per non lasciare percorsi e processi incompiuti”.

“La  stazione  finale  – aveva  poi  aggiunto  il  direttore  –  è  nota,  il  percorsi,  i  binari,  costruiamoli  insieme, percorriamoli insieme”.  Senza paura –  come ha raccomandato il Papa – per “scoprire prospettive sempre nuove nel vostro  impegno  pastorale,  rafforzare  stili  e  motivazioni,  e  così rispondere  sempre  meglio  al  Signore che ci viene incontro nei volti e nelle storie delle sorelle e dei fratelli più bisognosi. Egli sta alla porta del nostro cuore, delle nostre comunità, e attende che qualcuno risponda al suo  “bussare”  discreto  e  insistente:  aspetta  la  carità,  cioè  la  “carezza”  misericordiosa  del  Signore,  attraverso la “mano” della sua Chiesa. Una carezza che esprime la tenerezza e la vicinanza del Padre.  Nel  mondo  di  oggi,  complesso  e  interconnesso,  la  vostra  misericordia  sia  attenta  e  informata; concreta e competente, capace di analisi, ricerche, studi e riflessioni; personale, ma anche  comunitaria;  credibile  in  forza  di  una  coerenza  che  è  testimonianza  evangelica,  e,  allo  stesso   tempo,   organizzata   e   formata,   per   fornire   servizi   sempre   più   precisi   e   mirati;   responsabile,  coordinata,  capace  di  alleanze  e  di  innovazione;  delicata  e  accogliente,  piena  di  relazioni  significative;  aperta  a  tutti,  premurosa  nell’invitare  i  piccoli  e  i  poveri  del  mondo  a  prendere  parte  attiva  nella  comunità,  che ha  il  suo  momento  culminante  nell’eucaristia  domenicale. Perché i  poveri  sono  la  proposta  forte  che  Dio  fa  alla  nostra  Chiesa  affinché  essa  cresca  nell’amore  e  nella  fedeltà.  E perché la  comunione  con  Cristo  nella  Messa  trovi  espressione coerente nell’incontro con lo stesso Gesù presente nel più piccolo dei fratelli. Così sia la vostra, la nostra carezza, per intercessione della Vergine Maria e del beato Paolo VI”.

20160421_124113

 

20160421_125415

 

20160421_125342

 

20160421_112133