“Antenne che intercettano” è il tema del concorso indetto per questo anno scolastico da Caritas Italiana e Ministero dell’Istruzione per le scuole di ogni ordine e grado, nell’ambito del Protocollo triennale di Intesa “Educare alla pace, alla mondialità, al dialogo, alla legalità e alla corresponsabilità attraverso la valorizzazione del volontariato e della solidarietà sociale”.
La situazione che tutta l’umanità sta vivendo a causa della pandemia è stata ed è fonte di profondo disagio, che ha colpito soprattutto le persone più fragili e vulnerabili. Ora è necessario riconoscere cosa sta cambiando nella nostra vita con riferimento alle modalità di interazione, di studio e di lavoro, all’uso della tecnologia, ai modelli di sviluppo economico, alla politica, alla società, allo spazio globale. A partire dalla nostra responsabilità, per non essere solo semplici spettatori del cambiamento, occorre saper “intercettare” nella fitta rete di relazioni e interazioni quotidiane, i più vulnerabili. Un’attenzione particolare va data ai giovani, forse tra i soggetti più fragili, privati nel periodo dell’emergenza sanitaria della socialità e del contatto fisico, limitati a interagire con amici, insegnanti e compagni di classe, solo attraverso uno schermo.
Ma i giovani sono anche i potenziali artefici e i protagonisti di un cambiamento e di nuove pagine da scrivere ora per trovare diversi modi di essere comunità. «Sono il presente, ma protagonisti dell’avvenire», come li ha definiti Papa Francesco nel discorso per i 50 anni di Caritas Italiana e, in questo processo di realizzazione dei sogni e delle speranze, abbiamo il dovere e la responsabilità di incoraggiarli e sostenerli. C’è bisogno dell’impegno di tutti per andare oltre l’emergenza e costruire una visione per il futuro attraverso veri e propri “anticorpi della solidarietà”. Ne hanno dato prova le decine di migliaia di volontari, tra cui proprio tanti giovani, il cui desiderio più grande è stato di rendersi utili e di fare squadra, lavorando insieme.
Come sottolineato dal Ministro dell’Istruzione nel corso dell’ultima premiazione, questa allora è la vera sfida, a partire proprio dai banchi di scuola: continuare a offrire ascolto, essere radar, antenne dinamiche, capaci di osservare, localizzare, intercettare bisogni e costruire relazioni attente, autentiche e anche innovative. Mantenendo sempre uno sguardo rivolto verso l’alto e verso l’altro, come fanno i bambini. Solo così lo sguardo riesce a spingersi lontano, a spaziare verso nuovi orizzonti, senza ripiegarsi sul presente.
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