Sono otto i giovani indicati dalla Caritas Diocesana di Pozzuoli che stanno partecipando al corso intensivo per “pizzaiuoli” offerto dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e da Mulino Caputo.

Martedì 22 la prima lezione mentre la presentazione è avvenuta venerdì 25 con la presenza di Sergio Miccù, presidente dell’Apn, Antimo Caputo dall’omonimo Mulino napoletano, il diacono Alberto Iannone, direttore della Caritas Diocesana di Pozzuoli e Mario Viglietti, animatore del Progetto Policoro Diocesano.

Il corso intensivo che si svolge nella sede dell’Apn di Poggioreale, durerà in totale venti giorni e impegnerà gli allievi per tutta la giornata. Le esercitazioni pratiche sono seguite dal maestro pizzaiuolo Vincenzo Pellone e una volta a settimana ci saranno incontri teorici basati su alimentazione, merceologia e chimica.

Il corso è finalizzato alla preparazione di pizzaioli che saranno già in grado, dopo il periodo di stage, di lavorare in pizzerie con una bassa produzione. I ragazzi stanno imparando la preparazione della pizza al forno a legna come prevede la tradizione napoletana, tutelata dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. Allo stesso tempo impareranno ad elaborare la pizza per celiaci e la preparazione della pizza con forno elettrico.

Il corso è stato possibile grazie allo sponsor Mulino Caputo e la disponibilità dell’Apn.

Dal sito della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco www.unesco.it

“L’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano” è stata riconoscita come parte del patrimonio culturale dell’umanità, trasmesso di generazione in generazione e continuamente ricreato, in grado di fornire alla comunità un senso di identità e continuità e di promuovere il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana, secondo i criteri previsti dalla Convenzione Unesco del 2003. Si tratta di una pratica culinaria che comprende varie fasi, tra le quali la preparazione dell’impasto, un movimento rotatorio fatto dal pizzaiolo e la cottura nel forno a legna.

L’Arte è nata a Napoli, dove vivono e lavorano circa 3000 pizzaiuoli, suddivisi in tre categorie in base al’esperienza e alle capacità. Ogni anno l’Accademia dei Pizzaiuoli Napoletani organizza corsi sulla storia, gli strumenti e la tecnica del’arte con lo scopo di assicurarne la sopravvivenza, ma gli apprendisti possono fare pratica anche nelle loro case, dove l’arte è ampiamente diffusa.

Il riconoscimento dell’Unesco porta la pizza, cibo tra i più amati e consumati al mondo, nell’Olimpo della cucina nazionale e internazionale e identifica l’arte del pizzaiolo napoletano come espressione di una cultura che si manifesta in modo unico, perché la manualità del pizzaiolo non ha eguali e fa sì che questa produzione alimentare possa essere percepita come marchio di italianità nel mondo.