Un professionista con partita iva. Così inizia la storia di Umberto, così come inizia la storia di tanti italiani. All’inizio dell’apertura dell’attività i guadagni sono soddisfacenti. Poi le prime difficoltà per l’onda lunga provocata dal crollo del sistema economico del 2008.

“Nonostante tutto – dice Umberto, per due decenni impegnato nel settore della pay tv  – si guadagnava alla giornata. Con gli aiuti dei miei genitori riuscivo ad andare avanti e a sostenere la mia famiglia. Certo che dalle nostre parti il “pezzotto” ci ha penalizzato: molti hanno trovato il modo per raggirare il sistema delle trasmissioni televisive a pagamento; quindi il guadagno per noi è diminuito sensibilmente”. Da questa testimonianza viene fuori anche il dramma rappresentato dal sistema criminale che penalizza l’economia sana.

Ma il dramma di Umberto arriva con il coronavirus. Come per tanti altri in una situazione di fragilità economica, il covid 19 ha rappresentato l’atto finale per molti professionisti e piccoli imprenditori.

“Ho 52 anni e due figli minorenni, una casa in affitto e le bollette da pagare – spiega Umberto – non potevo andare avanti. Tramite il mio parroco, ho contatto la Caritas Diocesana e ho avuto un confronto con il Centro di Ascolto e con il direttore, il diacono Alberto Iannone. Mi stanno aiutando con il pagamento delle utenze. Questo mi consente di respirare un po’. Dopo l’emergenza sarà tutto difficile. Pochi avranno resistito con le loro attività. Ma io sono intraprendente e non mi arrendo. Mi darò da fare come sempre. Forse emigrerò con la mia famiglia. Nel frattempo posso solo ringraziare la Caritas Diocesana per il sostegno”.

Nb: la storia che abbiamo raccontato è vera ma il nome e i riferimenti sono stati modificati per rispettare la privacy della persona e della sua famiglia