La Diocesi di Pozzuoli aderisce alla piattaforma OspoRisorse. La finalità del progetto è realizzare una piattaforma on-line, aperta agli operatori ecclesiali del territorio, in grado di registrare le risorse della diocesi in ambito socio-assistenziale e socio-sanitario, offrendo agli operatori informazioni aggiornate e fruibili, allo scopo di orientare le persone prese in carico verso servizi e risorse adeguati rispetto alle caratteristiche e all’entità del bisogno.

«Si tratta di un sistema – spiega Ciro Grassini, coordinatore della Caritas Diocesana di Pozzuoli – nelle mani delle singole Caritas parrocchiali che consente di inserire in un database le risorse che offre il territorio e, dall’altro, consente alle parrocchie una ricerca rapida delle stesse. Il sistema si affianca a Ospoweb che ormai è considerato lo strumento principale con cui registrare in un’apposita anagrafe tutti gli utenti che rivolgono richieste di aiuto alle nostre comunità. Si tratta di due sistemi che garantiscono la privacy e che sono utilizzabili in qualsiasi momento poiché esiste un server nazionale con cui è possibile collegarsi sempre. I dati contenuti in queste piattaforme si possono elaborare rapidamente in statistiche per “fotografare” i bisogni del territorio».

Dopo la fase sperimentale in cui la Diocesi di Pozzuoli è stata una delle prime in Italia, si è passati alla fase definitiva. Già sono stati organizzati momenti di formazione con gli operatori parrocchiali.

Il progetto OspoRisorse nasce nel 2014 partendo dall’elaborazione dei dati rilevati nel Censimento nazionale dei servizi ecclesiali realizzato nel 2010. Per la messa a punto del lavoro Caritas Italiana ha costituito un “Tavolo Osporisorse” in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per la pastorale della Salute. Non è mancato il rapporto con la Conferenza Episcopale Italiana e con i vescovi delegati alla Carità. Nel database vanno inseriti i dati anagrafici della struttura, il grado di ecclesialità (servizio non ecclesiale, servizio di ispirazione ecclesiale e servizio ecclesiale), il soggetto promotore, il soggetto gestore, il tipo di attività sanitaria e sociale prevalente e quelle secondarie; infine l’eventuale accreditamento (struttura autorizzata, in convenzione, parzialmente accreditata e totalmente accreditata). Il progetto è finanziato da Caritas Italiana e non ha costi per le realtà locali.